Quattro Zampe in Famiglia

L’INIZIO DELL’ARTROSI….E’ COME UN DOMINO AL RALLENTATORE

Abbiamo visto quali sono le caratteristiche dell’artrosi, abbiamo visto quali sono le componenti dell’articolazione.
A questo punto abbiamo le informazioni per poter capire come di sviluppa l’artrosi e quindi di conseguenza quali sono le azioni importanti che il proprietario può compiere per prevenire questa patologia, o se già presente come ridurre lo sviluppo.

Per capire questo, dobbiamo prima chiarire le proprietà della cartilagine articolare.

La cartilagine ha la capacità di sopportare una compressione di 1 Kg per centimetro quadrato.
Ripeto questo è un concetto molto importante, perché tutto parte da un eccessivo peso che viene a gravare su alcune zone della cartilagine articolare.
Nell’articolazione displasica questa situazione si crea più facilmente con conseguente degenerazione della cartilagine stessa, a cui conseguono una serie di processi a cascata che vengono ad interessare gli altri componenti dell’articolazione.

Se vogliamo capire il meccanismo di sviluppo dell’osteoartrosi dobbiamo capire un concetto di biomeccanica che riguarda la distribuzione dei carichi.


Ma andiamo per ordine:
prendiamo come esempio l’articolazione dell’anca costituita dalle ossa del bacino e dal femore.

FEMORE

ACETABOLO

e nello specifico dall’acetabolo all’interno del quale si inserisce la testa del femore.

TESTA DEL FEMORE

ACETABOLO

In questo caso la superficie articolare che viene a contrapporsi è la superficie della testa del femore e la superficie dell’acetabolo.
Se consideriamo la superfice articolare della testa del femore che si contrappone e la sviluppiamo sul piano otteniamo questo

Ora se noi consideriamo l’anca di un cane di 30 kg, è stato calcolato che la superfice articolare che si contrappone, quindi della testa del femore e dell’acetabolo, è di 220 mm quadrati.
Superfice che si riduce decisamente nell’anca displasica.

Lo vediamo in queste immagini:

È chiaramente evidente come la superfice articolare si riduce in modo drastico.
Superfice che deve comunque sopportare lo stesso peso.
Questo dimostra come la quantità di peso che grava su centimetro quadrato, aumenta considerevolmente nel cane displasico.
Nella prossima tabella vengono riportate in base alla variazione di percentuale di superfice articolare che si contrappone, la quantità di peso in chilogrammi, per centimetro quadrato che grava sulla cartilagine articolare.

Superfice di contatto della cartilagine articolare in un cane di 30 kg 100% 220 mm² 50% 110 mm² 30% 66mm² 15% mm²
fermo O,1 0,2 0,3 0,65
al passo 0,2 0,65 1,1 2,2
nel salto 0,5 1,6 2,8 3,6

QUAL È IL SIGNIFICATO DI QUESTA TABELLA?

Dalla tabella si può notare come la quantità di peso per centimetro quadrato aumenta molto più che proporzionalmente, soprattutto, quando il cane compie un salto: già nel cane che ha una superfice di contatto ridotta al 50%, quando il cane salta, il peso per centimetro quadrato è di 1,6 kg.
Questa continua sollecitazione, al disopra delle possibilità di accettazione della cartilagine articolare, determina dei processi infiammatori e conseguente distruzione della cartilagine articolare.
Da qui parte il processo degenerativo che coinvolge progressivamente varie componenti dell’articolazione: cartilagine articolare, liquido articolare, sinoviale, osso.

Ecco perché paragono questo processo al gioco del domino, però al rallentatore.
Una forza eccessiva fa cadere il primo tassello a cui segue la caduta di tutti.
Nel gioco del domino è veloce, tutto si conclude in pochi attimi.
Nel caso dell’artrosi la degenerazione avviene in anni.


Tutto questo avviene nel tempo, è un processo lungo, durante il quale possiamo intervenire per ridurre, rallentare lo sviluppo di questa patologia.
È importante riuscire a scoprire quali sono i primi sintomi che compaiono per cercare di individuare il processo degenerativo all’inizio per cercare di rallentarlo.

Quindi il punto cruciale è la quantità di peso che grava sulla cartilagine articolare.
Tutto il processo degenerativo parte da qui e poi si sviluppa portando alla degenerazione di tutte le componenti articolari.

FATTORI AMBIENTALI

Esistono dei fattori definiti “ambientali “e non genetici che portano ad un maggior peso che grava sulla cartilagine articolare.
Ed è su questi che noi proprietari possiamo agire.
Un aumento di peso corporeo, soprattutto durante la crescita, comporta un aumento di peso che grava sulle cartilagini articolari.
La stessa cosa succede se esageriamo con i salti, abbiamo visto nella tabella di prima come nel salto la quantità di peso che grava sulla cartilagine aumenta.
Naturalmente questo vale soprattutto per i cani in crescita, ma anche nel cane adulto e ancor di più nel cane displasico.
Il controllo del peso corporeo e dell’attività motoria, sono punti essenziali nella gestione del cane in generale, molto di più in un cane con displasia.
Quindi, tutte le situazioni, in cui le articolazioni vengono messe sotto sforzo eccessivamente, sono potenzialmente situazioni critiche, che possono sfociare in una degenerazione della cartilagine articolare.

Questo vuol dire che il mio cane non può svolgere attività motoria?
Certamente no, anzi l’attività motoria è consigliabile perché comporta diversi vantaggi:

  • Sviluppa la struttura muscolare che è una componente importante nella stabilità dell’articolazione
  • Il movimento controllato determina lo stimolo nella produzione di liquido articolare che sappiamo essere importante nell’ammortizzare il peso sulle articolazioni.
  • Mantiene attivi anche i legamenti che, come le strutture muscolari, ha la funzione di stabilità.

La cosa importante è essere consapevoli del quadro completo delle articolazioni del mio cane e agire di conseguenza, tenendo in debita considerazione cosa vi consiglia il vostro veterinario.

RIASSUNTO:

  •  Il processo degenerativo inizia per un eccessivo carico sulle cartilagini articolari che determinano una degenerazione delle stesse.
  • Questo processo degenerativo si ripercuote anche sulle altre componenti dell’articolazion
  • Noi possiamo agire sui fattori ambientali per ridurre lo sviluppo della displasia